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L'Operazione Valchiria del Cruise

Written by  06 Feb 2009
Published in Cinema
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"Era un'operazione militare. Nulla andò secondo i piani".
Debora Montanari di CiaoRadio recensisce per noi il film di Bryan Singer sullo storico complotto anti-hitleriano.
"Remember, this is a military operation. Something always goes wrong".
(tratto da: Operazione Valchiria)

Una di queste operazioni militari di cui parla la citazione in apertura fu tra le più importanti nella storia della Germania Nazista: l’attentato da parte di ufficiali tedeschi della Wehrmacht contro Hitler nel 1944.

E’ Bryan Singer a dirigere “Operazione Valchiria” e lo fa senza strafare, senza cercare momenti registici sublimi, è un regista classico che dirige un film altrettanto classico nel genere, un film che non ha bisogno di acrobazie, ma che necessita di capacità narrative. Capacità narrative che non ritroviamo solo nelle immagini ma anche nella sceneggiatura, ottima nella ricostruzione storica. Gli sceneggiatori Christopher McQuarrie e Nathan Alexander e il regista Bryan Singer devono aver lavorato in totale sinergia per riuscire a ricreare la tensione di quel momento storico e le forti emozioni individuali e di gruppo che lo hanno contraddistinto. Ci troviamo, così, di fronte al racconto di un fatto di storia vera che ha la capacità di travolgere lo spettatore come se fosse un film di azione e spionaggio, con ritmi che si intensificano in modo costante ma efficace, fino ad un finale carico di tensione emotiva.

Di questo film potrei raccontarvi il finale, perché il finale lo conoscete; posso dirvi che Hitler non muore nell’attentato perché così è andata, tutti noi lo sappiamo, eppure, vi assicuro, mentre guardate il film cominciate a dubitare, a stare in ansia quasi vi aspettaste un colpo di scena, come se “Operazione Valchiria” potesse cambiare la storia mentre la sua trama si svolge sul grande schermo. È storia, quella che leggiamo sui libri di scuola, ma è come è narrata che fa la differenza, la capacità di dare spessore al carattere dei protagonisti, alla loro paura, alla loro forza e alla loro determinazione tutto questo, il film, riesce a trasmetterlo.
Alla suspense e all’intensità, trasmesse dal lavoro del regista e degli interpreti, si uniscono la qualità delle scenografie e dei costumi che contribuiscono, in maniera eccellente, a trasportare lo spettatore indietro nel tempo, fino al 1944.

Bisogna sottolineare la ricomparsa bravura di Tom Cruise, che interpreta il protagonista Claus von Stauffenberg: ricomparsa perché le sue interpretazioni sono fatte di alti e bassi, di momenti in cui è un attore degno della sua fama e momenti più scialbi. L’intensità di Tom Cruise in “Operazione Valchiria” mi ha ricordato, più di ogni altra, la sua interpretazione in “Codice d’Onore”.
Nel ruolo di von Strauffenberg, l’attore ci mette di fronte a una performance davvero emozionante, molto sentita, tanto che sembra che il Colonnello von Stauffenberg l’avesse nelle viscere.
Al suo fianco un cast di attori inconfondibili come Kenneth Branagh (nella parte del maggiore Henning v. Tresckow), Tom Wilkinson (Friedrich Fromm) e Terence Stamp (Ludwig Beck) e di ottimi attori come Bill Nighy (Friedrich Olbricht ) e Eddie Izzard (Erich Fellgiebel).

Con “Operazione Valchiria” proverete ansia e rabbia, vi sorprenderete e forse anche vi commuoverete, perché questa è la storia di uomini che per combattere la follia hanno deciso di tradire. I fatti storici che ripercorrerete, raccontati senza eccessi hollywoodiani, metteranno in dubbio il significato della parola tradimento; i militari coinvolti in questo tradimento, le loro azioni e il loro pensiero chiariranno invece cosa significa essere dei veri militari, dei guerrieri.
Claus von Strauffenberg aveva regole ferree su come comportarsi in guerra, su come difendere la propria dignità, su come onorare non solo se stessi ma anche la propria patria. Il film è capace di mostrare e raccontare proprio questo tipo di ideali: l’onore, il coraggio. Gli uomini protagonisti di questo fatto storico avevano una coscienza, avevano un valore, hanno preferito l’infamia del tradimento alla terribile accusa di essere dei pazzi assassini come il loro Führer. Queste non sono parole mie, ma espressioni liberate dai pensieri e dai dialoghi dei protagonisti.
C’è una frase che si ripete più volte nel film: "Dobbiamo dimostrare al mondo che non siamo tutti come lui".
Lo hanno dimostrato.

“Operazione Valchiria” è un film interessante soprattutto da questo punto di vista, perché più che la storia qui sono gli uomini che l’hanno fatta i veri protagonisti. Persone che, anche in guerra, hanno voluto difendere la loro umanità.

Debora Montanari
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