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Il Doom della Vedova Nera

Written by  05 Jan 2011
Published in Musica
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Prosegue con la ristampa degli storici Black Hole e i nuovi album di Blackland e del bizzarro, latineggiante The Black la seconda parte del viaggio nel nuovo rock oscuro italiano targato Black Widow. Con grandi nuove uscite in previsione per il 2011.

 


 

Seconda parte del nostro ampio servizio sull'oscuro rock italiano promosso dalla genovese Black Widow, sia nel sordo Belpaese che all'estero, dove la scena alternative metal-doom italica sembra riscuotere più interesse che in patria, come non di rado accade (e non solo in musica purtroppo).

Abbiamo chiuso (e solo per motivi di lunghezza di lettura, ché la continuità concettuale c'era tutta) la prima parte sul sound abissalmente tragico degli Abysmal Grief che - con gli inglesi Electric Wizard - rappresentano per il sottoscritto la perfetta risposta alla domanda "cos'è il doom?".

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Bene, va detto che lo stupore generato da questa band "da Maelstrom" si rinnova più o meno allo stesso livello ascoltando anche Land of Mystery: ristampa (cover a destra) di un album degli appunto misteriosi Black Hole, band veronese capitanata da Robert Measles, autrice quasi solo di quest'album, originariamente pubblicato nel... 1985!
Pazzesco, no? Noi finora non li conoscevamo (nostra lacuna, non coil!), ma la scoperta porterebbe a riscrivere la storia del doom a livello internazionale, essendo l'album uscito l'anno prima di Epicus Doomicus Metallicus dei Candlemass, generalmente considerato il pioniere del genere.

E' vero, nel suono dei Black Hole non ci son solo i Black Sabbath metallizzati che di lì a poco impareremo a chiamare doom, ma anche lo psycho-prog occulto-spaziale di Black Widow (la band di Sacrifice, intendo), High Tide e Hawkwind, ma quel mood dark ossianico che li portava a suonare all'epoca a Verona Rock accanto ai gruppi allora accreditati alla dark wave nazionale come Litfiba, Diaframma, o i 'garagistici' Boohoos (che all'epoca io scoprii grazie a Claudio Sorge, ma che - per riconnetterci alla brigata Death SS del precedente articolo -avevano avuto anche Paul Chain come tastierista di lusso) dice di un act già proiettato in una dimensione tutt'altro che puramente revivalistica, ma già in qualche modo goth wave ante litteram.
Peccato che questa gemme da noi finiscano irrimediabilmente in naftalina per decenni prima d'esser capite/apprezzate...

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Consimili immersioni nell'occulto e nell'oscurità pratica il poliedrico pittore, autore, cantante, chitarrista abruzzese Mario Di Donato con i suoi The Black (se di una cosa non può essere accusata la covata Black Widow è la chiarezza/coerenza nei nomi!): il suo ultimo album, Gorgoni, uscito lo scorso luglio, sta sempre dalle parti del doom metal, anche se con più marcate componenti solistiche e virtuosismi strumentali, che a noi hanno ricordato in parte l'hard-prog dei Deep Purple dei pieni anni '70.

Autore ovviamente anche della gorgone serpentecrinita naif (nel senso dello stile pittorico) che impreziosisce mitologicamente la copertina (sopra a sinistra) del suo omonimo album, Di Donato sfoggia un'altra peculiarità 'classicista': scrive tutti i testi in latino! Il che può risultare in un contributo alle atmosfere che cavalca da sempre o, a un occhio un po' più malizioso, una stramberia un po' goliardica che alla lunga stanca (specie su 17 brani per ben 77' di musica!), ma tant'è: a voi l'ardua sentenza. Invece sulla perizia tecnica della sua band c'è poco da dubitare.

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Chiude questo secondo trio di uscite Black Widow (nella fattispecie, BloodRock distribuita da Black Widow) l'Heavy Psych Space dei Black Land, cui oltre la chiarezza nel band name non difetta anche quella sul genere perseguito, se fate caso al titolo dell'album, già da sé già un programma nitidissimo dello stoner doom-psichedelico praticato dal quartetto, al quale noi assegnamo anche la palma della copertina più accattivante (a destra), nel recupero di un immaginario vintage ultra psichedelico (ok, ex aequo coi Sancta Sanctorum!).
Lo vedremmo da dio nei titoli di testa di un ipotetico Kill Bill 3 ambientato fra sanguinari fricchettoni in acido.

Musicalmente siamo su un asse che collega inevitabilmente gli (immancabili) Black Sabbath ai Kyuss/Queen Of The Stone Age, non molto lontano da dove rovista nel fango (sludge, no?) attualmente Steve Sylvester coi succitati Sancta Santorum, con graffi di growl tremendista nei climax drammatici e delicatezze indofloreali nell'onirica e strumentale Holy Weed Of The Cosmos.
Sempre lì, direte voi... beh, scusate ma avercene di dischi così dalle nostre parti, direi io...

 

E non meno succosi sono i progetti preannunciati in uscita nel 2011 dall'etichetta genovese: neo prog a go-go con IL SEGNO DEL COMANDO - III - JACULA - Pre Viam - e con la reissue (con bonus inedito) di Ralefun, ancora del guru-organista ANTONIUS REX (anche al comando di Jacula).

Poi arriverà, c'informano, un doppio di rariità dei BLACK WIDOW (come ricorderete, la prima band ad aver attinto nel'68 all'immaginario occulto e demoniaco nei propri testi e sulle copertine), comprendente una registrazione live del '71, e molto probabilmente anche un incredibile ritorno della storica band (eponima per l'etichetta genovese) in studio!

Restate in ascolto, il 2011 è connesso. Nuovi oscuri abissi ci attendono.

Mario G

Last modified on Wednesday, 02 March 2011 16:45
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